DIAMONDS ARE A GIRL’S BEST FRIENDS – ma ci si accontenta anche di una manciata di glitter

katy perry glitter sparkles sparkly fire works

Chi ha detto che un outfit non può condizionare il meteo? Basta un tocco sparkling per illuminare le grigie giornate invernali. Le più estrose osano il glitter per stivaletti, scarpe e décolleté. Ecco qualche idea rubata al loro guardaroba per abbinarli….

Erika_Boldrin_scarpe_glitter
Foto: http://www.instagram.com/erika_boldrin

Con un look total black e qualche dettaglio colorato. E’ così che Erika Boldrin ha scelto di dare una svolta rock ad un look elegante e serio. E’ un abbinamento perfetto che può essere indossato anche al lavoro.

nikki_deroest_scarpe_glitterFoto: http://www.instagram.com/liciaflorio

Nikki DeRoest porta le sue stringate glitter in maniera più casual, con jeans strappati e una camicetta bianca. Il dettaglio di stile in più è la giacca a righe, che completa il look con quel pizzico di ironia che non guasta mai.

Megan EllabyFoto: http://www.instagram.com/asos_megan

Super cool la stylist  Megan Ellaby, che di giorno abbina i suoi stivaletti glitter argentati ad una tuta di jeans e una camicetta con pussy-bow. E a fine giornata? Basta aggiungere al look un bel blazer (glitterato, of course!) e sei pronta per una serata fuori!

 

CERETTA ALLA MILANESE

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Se c’è una cosa che odio di più di dello zucchero nel caffè e del mio metabolismo lento è prendere appuntamento dall’estetista con una settimana di anticipo.
Come posso sapere che ad una settimana da oggi non starò avendo una giornata di merda a cui sarebbe gargamellesco aggiungere anche la tortura della ceretta?

 Visto che a Milano non è di tendenza la gamba irsuta e la popolazione femminile -e una eccessiva percentuale di quella maschile-  si riversa in centri estetici con appuntamenti presi con settimane di anticipo, when it comes to ceretz bisogna avere le idee ben chiare.

Se sei fortunata e intoni un peana alla ragazza che risponde al telefono, potresti riuscire a fissare un appuntamento dall’oggi al domani da Sugar Wax in via Legnano (zona acquario civico).
A mio parere –che su questo blog monocratico conta tantissimo – è il non plus ultra delle cerette.
E’ uno dei pochi posti a Milano che usa la cera a caldo: in pratica ti spalmano con una specie di mestolo di legno una cera a base di miele. La sensazione è  abbastanza piacevole (prima che inizino a strappare) e tutto sommato anche lo strappo è meno doloroso della ceretta tradizionale. Le gambe restano lisce più a lungo, e la pelle è più morbida al tatto.

Per le più estrose propongono anche varie formine per modellare la ceretta all’inguine. Lettere, numeri, cuoricini, saette… e “cucciolona”, una sagoma di Mickey Mouse da farsi modellare proprio lì.

Il costo per mezza gamba e inguine (normale, senza orpelli e ghirigori) è di 40€.

Quando SugarWax non ha posto o vuoi spendere un po’ meno c’è Lampone, in Corso Garibaldi.  Chiamando la mattina si riesce generalmente a fissare un appuntamento per la sera.
Entri e vieni accolta da un uomo sulla quarantina che a giudicare dall’aspetto fisico potrebbe essere il figlio di Mariano Apicella. Sulle pareti campeggiano le foto di questo sosia/parente/quantomeno estimatore di Apicella abbracciato a starlette del calibro di Alessia Ventura , Melissa Satta,  Alessia Fabiani e altri personaggi che non giurerei essere usciti indenni da vallettopoli.
Le estetiste sono tutte rapidissime: nel giro di un quarto d’ora fai mezza gamba e inguine, paghi 30€ e te ne esci con un buono sconto per un massaggio.

Per non rischiare di non trovare veramente più posto da nessuna parte, non sbandiererò gli assi nella manica che mi rimangono e passo diretta all’ultima alternativa.

Quando non puoi più rimandare, la macchina è già caricata e pronta per partire e a nessun centro estetico di Milano sembra importare se devi andare al mare e sembri Bear della grande Casa Blu, a quindici eulo la cinese sotto casa ti fa la celetta, stlappa via tutti i peli e ti fa anche i complimenti “bella bolsa!”.

AL VIA I NUOVI PALINSESTI TELEVISIVI

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Tutti i giorni sono importanti, ma alcuni hanno un significato più importante di altri nella storia del genere umano. Il 12 Ottobre 1492, la scoperta dell’America. Il 14 Luglio 1789, la presa della Bastiglia. Il 20 Luglio 1969, Neil Armstrong atterra sulla luna. Il 9 Novembre 1989, la caduta del muro di Berlino.
Il 7 Settembre 2015, il palinsesto televisivo ricomincia a scandire le mie giornate e influire sensibilmente sul mio stile di vita. Addio gente con cui fino a ieri sarei uscita a bere una birra. Bye bye cene fuori con gli amici. Au revoir  filosofiche letture estive. Stasera inizia la quarta edizione di Pechino Express che raggiunge livelli mai visti di trash con ospiti del calibro di Yari Carrisi-e-Naike Rivelli-che-poi-si-innamorano-e-fanno-sesso-tantrico, i newly married Shalpy e consorte, Luca Tommasini e -mi vengono le palpitazioni solo a scriverlo – Paola Barale. Sempre questa settimana, ricominciano i miei giovedì da leoni: si parte con X Factor, che poi diventerà MasterChef, che poi diventerà MasterChef Junior (e va beh, ci si accontenta), che poi diventerà Hell’s Kitchen. Amanti della TV spazzatura di tutto il mondo, unitevi a questo mio grido: NO! agli sfacciati che entrano a gamba tesa nella tua vita scombussolando la routine settimanale con inviti a cena il giovedì sera. Sì al cibo da asporto! Sì a una nuova stagione di Lucky Ladies su Fox Life!

Arrivano le vacanze: inizia lo stress da valigia

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E’ sintomo diffuso, tra chi lavora negli uffici stampa della moda, il totale rifiuto per l’attività di preparazione della valigia.

Già, perché se stare a strettissimo contatto con abitini, giacche e pantaloni per undici mesi all’anno è un’attività meravigliosamente appagante, nelle settimane di vacanza preferiresti trasferirti su un isola di nudisti piuttosto che sentir parlare ancora di vestiti.

I miei compagni di viaggio però non sono della stessa idea: alle foglie di fico preferiscono le mutande anche in vacanza, per cui mi devo adeguare.
E se questa valigia s’ha proprio da fare, tanto vale farla per bene.

Il concetto che da anni provo a spiegare al mio ragazzo – che è la buon’anima destinata a sfacchinare con le mie due, tre, quattro valigie in spalla in ogni continente, con qualsiasi condizione climatica, no matter quanti piani senza ascensore ci separino dalla nostra stanza – è che non puoi mai sapere in chi o in cosa ti imbatterai una volta arrivato a destinazione.

Per dire…
E se incontrassimo Lindsay Lohan, che reduce da una serata alcolica di quelle che non si vedevano dai tempi del suo ultimo arresto per guida in stato di ebbrezza ci confonde per Samantha Ronson e Paris Hilton –improbabile, ma siamo nel campo dell’ipotetico, stay focused- ci invita ad una festa a casa sua, e non ho niente da mettermi? Metti caso poi che la festa sia a tema animalier, e io abbia lasciato a casa la gonna zebrata che forse non avrò mai altra occasione di mettere nella vita? Non andiamo al party di Lindsay Lohan solo perché ho lasciato a casa una gonna dal peso inferiore ai 50 grammi? La gonna zebrata va in valigia.
E se qualcuno organizza una festa a tema Barbie (ma chi?!) e io non mi sono portata il tubino rosa shocking? Il tubino rosa shocking va in valigia. E se una sera ho voglia di mettermi un vestito a strisce, ma con le strisce verticali se lo mette già un’altra, io posso non avere con me un vestito a strisce orizzontali?

Quest’anno ho promesso a me stessa che viaggerò più leggera. In effetti un vestito che quasi quasi potrei lasciare a casa c’è. Ma se poi…? Basta, lancio un appello: se qualcuno ha intenzione di invitarmi ad una festa a tema “sbrilluccichi e champagne” parli ora o taccia per sempre.

Tessera sconto + saldi = esplosione di felicità

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Mia madre dice che sono troppo snob, quindi farò uno sforzo e non inizierò questo pezzo con “saldi = gente sudata che si spintona per portare a casa una canotta in lycra a 3 euro anziché 5”.

Essere una giovane PR alle prime armi ha i suoi bei vantaggi.
E snob o non snob, non approfittare dello sconto dipendenti cumulabile al prezzo in saldo è una follia degna di TSO.

E, snob o non snob, se sei l’assistente dell’assistente dell’assistente di un asistente, hai ben poco da fare la schizzinosa nel periodo dei saldi.

Ecco quindi che armata di tessera sconto e  brama di possesso sono andata in negozio e mi sono diretta a colpo sicuro verso il reparto scarpe.
Ma si fa presto a dire scarpe in pelle nera con borchiette oro in punta!
Con il tacco alto alla Olivia Newton John dopo il restyling  nel finale di Grease o con il tacchettino  da Alessandra Moretti che dice “ladylike”? E taglia 37.5 o 38?

Le provo tutte e due e alla fine, è evidente, ho un 37.5 e, è evidente, quelle con il kitten heel sono le più belle.

Pago una cifra irrisoria rispetto al costo di partenza -ma comunque significativa per le mie povere tasche di assistente di un assistente- e altezzosa come Julia Roberts che in Pretty Woman dice alla commessa di Rodeo Drive “Salve, si ricorda di me? Sono stata qui ieri, mi ha detto di andarmene. Lavora a percentuale, vero? Bello sbaglio! Bello! Enorme! Ho altro shopping da fare” esco dal negozio e inizio a passeggiare per via Montenapoleone.
Chissà tra quanto mi capiterà di nuovo di passeggiare per Montenapoleone e via Della Spiga con un sacchetto pieno di roba comprata con i soldi guadagnati col mio duro lavoro.

Dovevo godermi la sensazione. E quindi avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro facendo ciondolare il mio sacchetto griffato circondata da russi e cinesi di fronte alle vetrine dei grandi stilisti. Così posh! Così idiota!

E fa niente se una volta arrivata a casa mi sono accorta che il commesso aveva invertito le due scatole e mi ritrovavo con mezzo numero e 13 centimetri di tacco in più rispetto a quello che avevo scelto.  Questa è un’altra storia…

IL SOGNO: MANGIARE I BISCOTTI DI HELLO KITTY E FARE ANCHE DEL BENE

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Adorare Hello Kitty da maggiorenni è come la beneficenza: si fa -eccome se si fa- ma non si dice.

Cosa succede quando queste due entità si incontrano? Una delle più grandi operazioni sotto copertura degna di un pluridecorato agente segreto del KGB? Tutt’altro.

“Hello Kitty per Oxfam” è un’iniziativa a cui si può partecipare con orgoglio -più una buona predisposizione allo shopping e una considerevole voglia di dolci-.

Dal 19 al 21 giugno, nello store Gap di Corso Vittorio Emanuele, sarà possibile acquistare delle confezioni di biscotti di Hello Kitty realizzati per l’occasione dai pasticceri di California Bakery.
Il ricavato sarà utilizzato per sostenere i progetti di aiuto allo sviluppo organizzati da Oxfam nel Sud del mondo.
E per non farci mancare niente, mandando una mail a infocookinglab@californiabakery.it è possibile partecipare – insieme a Hello Kitty in persona!!!- al Laboratorio organizzato dalla Scuola di Cucina Cooking Lab di California Bakery dedicato a giovani pasticceri dai 6 anni in su (evvai, sono grande abbastanza. Hey voi, cinquenni… tiè!).

manifesto dell'iniziativa benefica hello kitty per oxfam nello store gap di corso vittorio emanuele a milano

Hello Kitty per Oxfam

IL BAGNO DI LUSSO PER EVENTI ALL’APERTO

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La mia vita è scandita in pipì. La pipì del buongiorno, la pipì per noia, la pipì dopo la tisana diuretica Pompadour, la pipì prima di partire anche se non mi scappa perché so che tanto poi mi scapperà, la pipì nella piazzola di sosta dell’autostrada perché non resisto fino all’Autogrill, la pipì prima di entrare in riunione, la pipì che mi inizia a scappare dopo i primi cinque minuti della riunione che durerà due ore e mezza.

La più grande minaccia per una vescica debole come la mia sono gli eventi all’aperto.

Il bagno non c’è mai, e se c’è è un terrificante, sporco, claustrofobico e nauseabondo plasticone blu dove persino Ozzy Osbourne durante la peggiore delle serate a base di alchool e coca con i Black Sabbath  si sarebbe rifiutato di entrare.

Il mio cuore è esploso di gioia quando ho scoperto i bagni chimici di lusso per eventi (poi appena ho un attimo di tempo mi metto a rivedere la scala di priorità nella mia vita).

Si chiama Fashion Toilet (www.fashiontoilet.it): wc in ceramica con la funzione di igiene intima (il “bidet incorporato” dei water giapponesi, per intenderci), pavimento in simil marmo, cestino della spazzatura in pelle e scarico dello sciacquone foto-ottico così non c’è bisogno di toccare quello che centinaia di individui hanno toccato prima. Ora ho solo bisogno che conquistino il mondo, così potrò ricominciare ad andare agli eventi all’aperto senza paranoie.

 

 

 

KIM KARDASHIAN HA ANNUNCIATO LA SUA SECONDA GRAVIDANZA

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Misuro il valore di una persona dalla sua capacità di scrivere correttamente il cognome Kardashian ed elencare in ordine di nascita i nomi delle sorelle con la “K” più famosa del globo. Come se non bastasse, sono una dei tre orgogliosi membri della chat “Kim of the day”. Quotidianamente, io e altre due oche giulive con le quali condivido una sfrenata passione per il frivolo e uno smodato fastidio per il genere umano, selezioniamo una foto di Kim Kardashian nei suoi momenti migliori (quelli che voi probabilmente definireste i peggiori, ma per noi rappresentano la fonte di lunghi dibattiti e accrescimento personale) e ci lasciamo andare a commenti decisamente non degni di tre signorine in età da marito.

La nostra cultura in tema Kardashian si è estesa fino a coinvolgere tutti i fratelli e le sorelle di Kim (siamo realisti, ci spingiamo solo fino a quelle di primo e secondo grado).

Ma torniamo a Kim! Questa settimana è stato reso noto che lei e Kanye West aspettano il loro secondo figlio. Squillino le trombe, rullino i tamburi, gaudio immenso per la città! Ma voi vi ricordate quanto era buffa quando era ingrassata mentre aspettava la primogenita North? I piedi che gridavano vendetta dopo essere stati infilati a fatica nei sandali di plastica trasparente, il vestito bianco e nero in stile Free Willy, l’abito/tappezzeria liberamente ispirato a Mrs Doubtfire che indossò al Met Gala? Cosa ci regalerà questa volta? Con quali improbabili outfit ci delizierà durante questa gravidanza? Possiamo solo aspettare e sperare che ingrassi come una mongolfiera. Mangia, Kim, mangia…

SE VICTORIA’S SECRET APRE A MILANO

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QUELLO CHE SUCCEDE NELLA MIA TESTA QUANDO UN BRAND PRIMA ACQUISTABILE SOLO ALL’ESTERO SBARCA IN ITALIA

Sìììì Victoria’s Sectret aprirà  tra poco a Milano. Nooo Victoria’s Secret aprirà tra poco a Milano.
Tra quanto tempo il marchio di lingerie americano subirà nella mia testa e nel mio cuore il temibile effetto-Abercrombie?
E’ successo con Abercrombie e probabilmente succederà ancora.
Quelli che per anni sono stati punti di riferimento per giramondo con il vizio dello shopping firmato USA sbarcano in Italia e puff, magia finita. Una volta presi d’assedio da orde di quindicenni dalla provincia con furore la magia svanisce e i mega-marchi americani smettono di esercitare qualunque tipo di fascino.
Non accetto che questo succeda anche a Victoria’s Secret. Non lo posso tollerare. Voglio poter continuare a comprare con entusiasmo slip e reggiseni in satin e pizzo illudendomi che mi stiano come a Doutzen Kroes.
Perché se a una Laquisha from the Bronx un push-up Bombshell sta meglio che a me me ne faccio una ragione. Ma se sta meglio alla Giusy del secondo piano la cosa smette anche di avere quel non so che di esotico.
Per fortuna il negozio che sta aprendo in via Torino, proprio di fianco a Intimissimi (che tipi amichevoli quelli di Victoria’s Secret, eh) venderà profumi,  prodotti per la cura del corpo e articoli di pelletteria. Niente slip e push-up per ora. Ma stiamo all’erta…

SALA VENEZIA

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Le bambine che a sei anni non vengono promosse dalla classe di danza “scarpette bianche” all’ambitissima “scarpette rosa” non dovrebbero mai avvicinarsi a Sala Venezia senza un’adeguata preparazione psicologica. Fidatevi di una che lo ha provato sulla sua pelle.

Sala Venezia è la balera di fianco alla stazione di polizia milanese di via Cadamosto, dove decine e decine di arzilli ottuagenari con il groove nel sangue hanno riaperto una ferita ormai chiusa da tempo. Non so ballare. E va beh, col tempo passerà di nuovo.

Alice (che tra l’altro è la bambina che in quel triste giorno del ’96 fu bocciata insieme a me alla scuola di danza) ha deciso di festeggiare il suo #*!esimo compleanno proprio lì. Prima di noi Anna Dello Russo, Micol Sabbadini, Sara Battaglia, Michele Santella, Alessandro Dell’Acqua,  Dean (o forse era Dan), Carlotta Oddi, Federico, Margherita e Teresa Maccapani Missoni, Barbara D’Urso e certamente qualche migliaio di altre persone più conosciute di noi sono passate per questa balera. E’ quindi piuttosto evidente che non abbiamo lanciato nessuna tendenza, ci siamo limitate a cavalcarla. E ci siamo divertite come delle pazze, quindi se non ci siete ancora stati vi consiglio di andarci al più presto.

Domenica è la serata Boogie Woogie. Chiami, prenoti e ti presenti sul presto, perché poi la band inizia a suonare dal vivo e non riesci a trattenere i piedi dalla voglia di lanciarti in pista. Entri scendendo le scale, passando per sale da biliardo, la sala dove i signori insultano un qualche arbitro davanti alla televisione e quella dove le signore si scambiano pettegolezzi e complimenti sulla mise scelta e, in fondo, la luce! O meglio, LE luci. Vieni accolto nella sala da un reticolo di lucine colorate anni ’70 e tavoli alla buona con tovaglie di carta disposti intorno a quella che a breve sarà la pista da ballo, luogo di incontri ravvicinati del terzo tipo tra affiatate coppie dai capelli perlati e attempati -ma attivissimi- tombeur de femmes.

Per 20 euro mangi un bis di primi, un secondo casereccio a seconda di come si è svegliato lo chef e bevi vino in gran quantità. Se ti aspettavi una cena in stile Cracco rimarrai deluso (oltre al fatto che sei un cretino). Tutte le persone dotate di buon senso, invece, apprezzeranno. E se anche non dovessero apprezzare il cibo, certamente ameranno l’atmosfera.

Posate le forchette parte la musica e succede quello che non ti aspetti: gli habitué si dispongono a coppie e non si limitano a muovere i piedi un po’ di qua e un po’ di là. Si lanciano in mirabolanti acrobazie (giuro, non mento, croce sul cuore che fanno i numeri!), non sbagliano un passo e non si fermano per un istante.

Tu all’inizio li guardi con divertimento. Poi il divertimento diventa ammirazione. Poi l’ammirazione diventa stima profonda. Poi la stima per loro diventa disprezzo per te stessa. Pensi che se non riuscivi a mettere insieme due passi di danza a sei anni, e se non riusciresti a ballare nemmeno la macarena per tre minuti di fila senza sudare oggi che sei nel fiore dei tuoi #*! anni… cazzo t’avessero dato almeno il dono della voce!

Poi una signora si ferma a prendere fiato e farsi aria col suo ventaglio… il suo instancabile compagno di danza acrobatica geriatrica ti porge la mano per invitarti in pista… e non esci di lì fino alle due, dopo aver ballato come una matta e piroettato che neanche la Carrà… Provare per credere.

COSA: SALA VENEZIA – Una balera dove cenare, ballare e ascoltare musica dal vivo

DOVE: A MILANO, IN VIA CADAMOSTO 2

TELEFONO: 02/2043765