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Le bambine che a sei anni non vengono promosse dalla classe di danza “scarpette bianche” all’ambitissima “scarpette rosa” non dovrebbero mai avvicinarsi a Sala Venezia senza un’adeguata preparazione psicologica. Fidatevi di una che lo ha provato sulla sua pelle.
Sala Venezia è la balera di fianco alla stazione di polizia milanese di via Cadamosto, dove decine e decine di arzilli ottuagenari con il groove nel sangue hanno riaperto una ferita ormai chiusa da tempo. Non so ballare. E va beh, col tempo passerà di nuovo.
Alice (che tra l’altro è la bambina che in quel triste giorno del ’96 fu bocciata insieme a me alla scuola di danza) ha deciso di festeggiare il suo #*!esimo compleanno proprio lì. Prima di noi Anna Dello Russo, Micol Sabbadini, Sara Battaglia, Michele Santella, Alessandro Dell’Acqua, Dean (o forse era Dan), Carlotta Oddi, Federico, Margherita e Teresa Maccapani Missoni, Barbara D’Urso e certamente qualche migliaio di altre persone più conosciute di noi sono passate per questa balera. E’ quindi piuttosto evidente che non abbiamo lanciato nessuna tendenza, ci siamo limitate a cavalcarla. E ci siamo divertite come delle pazze, quindi se non ci siete ancora stati vi consiglio di andarci al più presto.
Domenica è la serata Boogie Woogie. Chiami, prenoti e ti presenti sul presto, perché poi la band inizia a suonare dal vivo e non riesci a trattenere i piedi dalla voglia di lanciarti in pista. Entri scendendo le scale, passando per sale da biliardo, la sala dove i signori insultano un qualche arbitro davanti alla televisione e quella dove le signore si scambiano pettegolezzi e complimenti sulla mise scelta e, in fondo, la luce! O meglio, LE luci. Vieni accolto nella sala da un reticolo di lucine colorate anni ’70 e tavoli alla buona con tovaglie di carta disposti intorno a quella che a breve sarà la pista da ballo, luogo di incontri ravvicinati del terzo tipo tra affiatate coppie dai capelli perlati e attempati -ma attivissimi- tombeur de femmes.
Per 20 euro mangi un bis di primi, un secondo casereccio a seconda di come si è svegliato lo chef e bevi vino in gran quantità. Se ti aspettavi una cena in stile Cracco rimarrai deluso (oltre al fatto che sei un cretino). Tutte le persone dotate di buon senso, invece, apprezzeranno. E se anche non dovessero apprezzare il cibo, certamente ameranno l’atmosfera.
Posate le forchette parte la musica e succede quello che non ti aspetti: gli habitué si dispongono a coppie e non si limitano a muovere i piedi un po’ di qua e un po’ di là. Si lanciano in mirabolanti acrobazie (giuro, non mento, croce sul cuore che fanno i numeri!), non sbagliano un passo e non si fermano per un istante.
Tu all’inizio li guardi con divertimento. Poi il divertimento diventa ammirazione. Poi l’ammirazione diventa stima profonda. Poi la stima per loro diventa disprezzo per te stessa. Pensi che se non riuscivi a mettere insieme due passi di danza a sei anni, e se non riusciresti a ballare nemmeno la macarena per tre minuti di fila senza sudare oggi che sei nel fiore dei tuoi #*! anni… cazzo t’avessero dato almeno il dono della voce!
Poi una signora si ferma a prendere fiato e farsi aria col suo ventaglio… il suo instancabile compagno di danza acrobatica geriatrica ti porge la mano per invitarti in pista… e non esci di lì fino alle due, dopo aver ballato come una matta e piroettato che neanche la Carrà… Provare per credere.
COSA: SALA VENEZIA – Una balera dove cenare, ballare e ascoltare musica dal vivo
DOVE: A MILANO, IN VIA CADAMOSTO 2
TELEFONO: 02/2043765